1 Domande sugli atti illeciti Nelle risposte, in grassetto la risposta esatta;
1) quale il fondamentale articolo che parla della responsabilità per
atto illecito?
a) il 1218; b) il 2043;
c) 832;
2) Tizio con la sua autovettura provoca un grave incidente, tanto da
essere incriminato per omicidio stradale, ed è anche condannato a 10
anni di reclusione; i familiari della vittima gli chiedono
il risarcimento dei danni subiti dal comportamento di Tizio, ma
Tizio si oppone sostenendo che l'illecito che lui ha compiuto è un
illecito penale, e un illecito penale comporta come conseguenza la pena
del carcere, ma non un risarcimento del danno che scaturisce invece solo
ed unicamente dagli illeciti civili. Tizio ha ragione?
a) Tizio ha ragione, perché una cosa è illecito penale, e un'altra è
l'illecito civile, d'altro canto è anche vero che i parenti della
vittima potranno avere un ristoro economico per i danni subiti, ma
dovranno rivolgersi al fondo per le vittime della strada;
b) Tizio ha torto, infatti i parenti della vittima hanno diritto ad
ottenere anche una somma di danaro per la perdita del congiunto, tale
somma sarà automaticamente determinata dal giudice penale con la
sentenza di condanna, e viene da lui determinata secondo equità; c) Tizio ha torto, perché è vero che l'illecito civile e illecito penale sono diversi tra loro, ma è anche vero che un illecito penale può produrre anche delle conseguenze civili, si rientra nello schema dell'articolo 2043; di conseguenza il fatto compiuto da Tizio ha prodotto danno anche di natura morale ed economica ai parenti della vittima, e poiché vi sono le condizioni previste dall'articolo 2043, Tizio oltre a scontare la condanna penale, dovrà risarcire il danno subito dei parenti della vittima;
3) Tizio va a fare una gita in montagna con la sua famiglia e la sua
autovettura, mentre si sta in inerpicando con la sua auto per i tornanti
della montagna, improvvisamente scoppia un violentissimo temporale,
talmente violento, che l'autovettura trascinata dalla pioggia finisce
fuoristrada terminando la sua corsa nella vetrina di un negozio che
vendeva cibi e salumi tipici della montagna; in seguito all'urto, il
proprietario del negozio subisce € 5000 di danni, e li chiede a Tizio,
che però si rifiuta di pagare sostenendo che non è colpa sua quello che
è accaduto; Tizio ha ragione?
a) Tizio ha torto, perché è fuori di dubbio che è stata la sua
autovettura a rompere la vetrina del negozio, e d'altro canto se il
tempo non era dei più favorevoli per la gita in montagna, avrebbe dovuto
proprio astenersi dal prendere l'autovettura, e di conseguenza è
responsabile dei danni cagionati; b) Tizio ha ragione, perché il danno che effettivamente ha cagionato al negozio, è dovuto alla forza maggiore, e cioè per fatti indipendenti dalla sua volontà. Di conseguenza non può essere ritenuto responsabile dei danni che ha subito il proprietario del negozio;
c) Tizio ha ragione, perché ogni qualvolta scoppia un temporale
improvviso, le conseguenze che può provocare, non possono mai essere
addebitate a chi per qualsiasi motivo a chi materialmente provochi
danni;
4) Tizio aveva l'obbligo di controllare se le persone che normalmente
passeggiano per la strada pubblica, non scivolassero sul fondo stradale,
che a causa del gelo era diventato estremamente viscido; in sostanza
doveva semplicemente avvertire i passanti che sul quel breve tratto di
strada, circa 10 metri, che non era stato ancora liberato dal ghiaccio,
si correva il rischio di scivolare. Il suo compito doveva durare solo
una decina di minuti in attesa che mettessero la segnaletica adatta e
liberassero la strada dal ghiaccio, ma Tizio si allontana, e una persona
anziana scivolando sulla lastra di ghiaccio cade rompendosi una gamba.
Tizio sarà responsabile dei danni che ha subito questa persona?
a) certamente no, perché Tizio non ha materialmente spinto questa
persona a cadere, e nemmeno involontariamente ha toccato questa persona
facendola cadere. Il suo comportamento semmai è di natura omissiva, non
contemplato dall'articolo 2043 che parla di un qualunque fatto doloso o
colposo che cagioni un danno ad altri, il fatto non può essere altro che
un fatto positivo, cioè un'azione non una omissione come è in questo
caso;
b) Tizio dovrà risarcire i danni alla persona anziana caduta sulla
lastra di ghiaccio, perché è vero il suo comportamento è consistito in
una omissione, ma è anche vero che ogni qual volta vi sia un'omissione
che abbia provocato un fatto illecito, chi l’ha posta in essere dovrà
risarcire il danno; c) Tizio dovrà risarcire i danni alla persona anziana che è caduta sulla lastra di ghiaccio, perché il suo comportamento non solo è consistito in una omissione, che rientra nel concetto generale di fatto previsto all'articolo 2043, ma aveva anche l'obbligo giuridico di impedire che quel fatto si verificasse; di conseguenza dovrà risarcire i danni per la sua omissione;
5) l'articolo 2043 dice che ogni fatto doloso o colposo che cagiona ad
altri un danno ingiusto obbliga colui che l'ha commesso a risarcire il
danno, si parla quindi di dolo e di colpa, sono quindi concetti
equivalenti?
a) certamente no, il dolo infatti implica la volontà di produrre un certo evento, la colpa invece fa riferimento a un evento provocato per negligenza e imprudenza imperizia e per inosservanza di leggi regolamenti e discipline, si tratta quindi di due concetti diversi;
b) come si vede l'articolo 2043 parla di ogni fatto doloso o colposo che
cagioni ad altri un danno ingiusto, e di conseguenza non distingue
assolutamente tra dolo e colpa. Di conseguenza mentre per il diritto
penale c'è sicuramente differenza anche concettuale tra dolo e colpa,
per il diritto civile i due concetti sono assolutamente equivalenti,
tanto che non hanno rilevanza nemmeno in altre situazioni previste dal
codice civile;
c) certamente vi sono differenze tra dolo e colpa, il dolo come sappiamo
consiste in cui gli artifizi o raggiri che sono utilizzati per far
concludere un contratto, mentre la colpa consiste nell'aver cagionato un
evento per negligenza e imprudenza e imperizia, o inosservanza di leggi
regolamenti discipline, ma poiché qui si parla di responsabilità extra
contrattuale, e quindi niente a che vedere con il dolo usato per far
concludere il contratto, nell'ipotesi dell'articolo 2043 dolo e colpa
devono considerarsi assolutamente equivalenti;
6) l'articolo 2043 condiziona il risarcimento del danno al fatto di aver
cagionato un danno ingiusto, ma quando abbiamo un danno ingiusto?
a) se si è cagionato un danno, evidentemente questo sarà ingiusto ed è
importante che vi siano tutti gli altri elementi previsti dall'articolo
2043, e se questi hanno cagionato un danno, tale danno sarà certamente
ingiusto;
b) un danno è ingiusto quando è stato cagionato con contrarietà alle
norme imperative all'ordine pubblico e al buon costume; c) l'articolo 2043 parla di danno ingiusto ma non lo definisce, è compito quindi della dottrina, ma soprattutto della giurisprudenza individuare quando un danno sia anche ingiusto;
7) Tizio sta camminando per la strada, esattamente si trova sul
marciapiede, che è viscido per la pioggia; mentre prosegue per la sua
passeggiata, incrocia una ragazza con un cane, i due si guardano, anzi
la ragazza guarda intensamente Tizio, e un attimo dopo Tizio colpito
dallo sguardo si distrae, scivolando sul marciapiede provocandosi delle
lesioni. Possiamo dire che la ragazza è in qualche modo responsabile
della caduta di Tizio, e se non lo è perché non è responsabile?
a) la ragazza non è responsabile circa la caduta di Tizio, perché Tizio
ha fatto tutto da solo, e quindi non può imputare il fatto che è
accaduto alla ragazza con il cane;
b) la ragazza non è responsabile per la caduta di Tizio, ma non tanto
perché manchi l'elemento psicologico, ma perché non c'è nessun rapporto
di causalità tra la caduta di Tizio e il comportamento la ragazza;
c) la ragazza potrebbe essere responsabile per la caduta di Tizio,
infatti con il suo sguardo ha distratto Tizio, ed è per questo che Tizio
è caduto; di conseguenza non si può dire che non ci sia il nesso di
causalità tra la caduta di Tizio e lo sguardo provocatore della ragazza,
ma la ragazza comunque non è responsabile, perché non ha agito con dolo,
e nemmeno colpa. d) la ragazza non è responsabile per la caduta di Tizio, oltre che per il fatto che non ha agito con dolo o con colpa, anche e soprattutto nel fatto che il nesso di causalità, seppure esistente, non è giuridicamente rilevante;
8) Tizio sta andando a fare delle compere in un magazzino, appena uscito
dal magazzino viene affrontato da un rapinatore, che pistola in pugno,
gli intima di consegnargli quello che ha appena comprato, ma Tizio non
si spaventa, e con un movimento improvviso, colpisce in faccia il
rapinatore con un pugno. Il rapinatore cade a terra privo di sensi. Dopo
Tizio chiama la polizia, che arresta il rapinatore, dopo averlo portato
in ospedale. Nel processo che ne segue, è riconosciuta a Tizio la
legittima difesa, ma dopo la chiusura del processo, Tizio si vede
notificare una citazione da parte del rapinatore: gli chiedono i danni
per le lesioni subite dal rapinatore. Il rapinatore riuscirà ad ottenere
il risarcimento del danno da Tizio?
a) certamente sì, è vero infatti che a Tizio è stata riconosciuta la
legittima difesa, ma è anche vero che il rapinatore è finito
all'ospedale, e quindi si realizzano alle condizioni previste
dall'articolo 2043;
b) Tizio non dovrà certamente risarcire il rapinatore, perché poi il
giudice civile, a differenza di quello penale, gli riconoscerà lo stato
di necessità, e di conseguenza il rapinatore potrebbe avere solamente un
indennizzo per i danni che ha subito;
c) Tizio non dovrà certamente risarcire il rapinatore, perché ha agito
con legittima difesa, e cioè la sua azione mancava di antigiuridicità, e
se per il diritto penale la legittima difesa non è un fatto
antigiuridico, non lo è nemmeno per il diritto civile;
9) Tizio va a casa di un suo amico, l'amico abita in una zona malfamata,
e Tizio non è molto
contento di andarlo a trovare perché sa che in quelle strade potrebbe
essere aggredito; uscito da casa del suo amico, vede che si avvicina una
persona con le mani in tasca, e questa persona dall'aspetto poco
rassicurante, si avvicina a lui sempre di più, tanto da far credere
realmente a Tizio che sta per essere aggredito, ed allora quando questa
persona gli arriva vicinissima, gli sferra un pugno, facendola
stramazzare al suolo. Si scopre poi che questa persona era il portiere
del palazzo dove abitava l'amico di Tizio, e che stava semplicemente
rientrando sul posto di lavoro. Poco dopo Tizio si vede notificare una
citazione da parte del portiere, dove gli chiedono i danni per le ferite
subite, come andrà a finire?
a) andrà a finire che Tizio probabilmente non avrà serie conseguenze penali da quello che ha fatto, ma subirà le conseguenze civili; quindi dovrà risarcire il danno al portiere del palazzo di Tizio;
b) analizzando la situazione si scopre che Tizio credeva di essere in
una situazione di legittima difesa, e questa situazione esclude
sicuramente l'elemento psicologico del dolo e della colpa; di
conseguenza non dovrà risarcire i danni al portiere della casa di Tizio,
ma eventualmente corrispondergli un’indennità;
c) analizzando la situazione concreta, si può concludere che Tizio ha
agito in una situazione che non era di legittima difesa, ma che avrebbe
fatto credere a chiunque di essere in una situazione di legittima
difesa; di conseguenza si tratta di un errore giustificato,
e non si può addossare al Tizio la responsabilità per i danni
subiti dal portiere, visto che Tizio nel supporre esistente la legittima
difesa, non era nemmeno in colpa;
10) Tizio è un istruttore di immersioni subacquee in grotte naturali;
una mattina organizza una immersione con tre ragazzi suoi allievi,
esattamente una ragazza e due ragazzi, e decide che ormai, vista la
preparazione che supponeva di avergli impartito, era il momento di fare
immergere i tre ragazzi con lui in una grotta ritenuta particolarmente
pericolosa, la cosiddetta grotta del diavolo, una grotta che prevedeva
l'arrivo in una caverna naturale, ma prima di arrivarci era necessario
passare per uno stretto canale subacqueo, sottoposto spesso a forti
correnti marine. Nonostante ciò Tizio decide di portare i tre ragazzi
nella grotta del diavolo, e l'immersione prosegue regolarmente, ma sulla
via del ritorno, dopo che i due ragazzi erano usciti in mare aperto, una
forte corrente sottomarina investe Tizio e la ragazza, e Tizio si rende
conto che la situazione stava diventando critica, in quanto non c'era la
possibilità per entrambi di passare in mare aperto, vista la corrente
marina. E allora colto dalla disperazione ed entrato nel panico, spinge
con i suoi piedi sulle spalle della ragazza, riuscendo così ad ottenere
una spinta necessaria ad andare all'esterno, ma la ragazza viene così
intrappolata dalla corrente marina, e muore subito dopo per i colpi che
subisce nel canale sottomarino, e per l'annegamento. Tizio è condotto in
giudizio per omicidio colposo, ma lui si difende invocando lo stato di
necessità, e di conseguenza dichiara anche di non dover pagare nemmeno i
danni civili alla famiglia della ragazza, che nel frattempo si è
costituita parte civile nel processo penale contro Tizio. Come andrà a
finire
a) Tizio è certamente pessimo istruttore, ma non si può dire che sia
responsabile, se non moralmente, della morte della ragazza. Egli infatti
ha agito in presenza di uno stato di necessità, perché la situazione era
che o si sarebbe salvato lui, si sarebbe salvata la ragazza, oppure
potevano morire entrambi. Di conseguenza Tizio non subirà la condanna
penale per omicidio colposo, ma il giudice disporrà un'equa indennità a
favore dei familiari della ragazza che nessuna responsabilità aveva per
quello che è accaduto; b) Tizio dovrà interamente risarcire il danno alla ragazza, perché non può invocare lo stato di necessità, perché il pericolo cui ha esposto i ragazzi che gli erano affidati, è un pericolo che non derivava semplicemente dalle forze della natura, ma è un pericolo di cui tutti erano a conoscenza. Di conseguenza lui volontariamente ha esposto al pericolo i ragazzi; in altre parole si tratta di un pericolo volontariamente causato da Tizio, e quindi lo stesso Tizio non può invocare lo stato di necessità. Di conseguenza oltre alla condanna per omicidio colposo, Tizio dovrà interamente risarcire i danni ai familiari della ragazza;
c) Tizio dovrà certamente risarcire i danni alla ragazza, e non potrà
invocare lo stato di necessità, ma non tanto perché ha esposto a
pericolo la ragazza, e quindi si tratta di un pericolo volontariamente
causato da Tizio, ma perché il comportamento di Tizio ha comportato la
morte della ragazza, che non deve essere attribuita al titolo di
omicidio colposo, ma al titolo di omicidio doloso.
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