2 Domande sulle obbligazioni Nelle risposte, in grassetto la risposta esatta;
11) Tizio e Caio sono cointestatari di un conto corrente presso una
banca, che a un certo punto raggiunge uno scoperto di € 10.000; la banca
sapendo che Tizio è un soggetto più solvibile di Caio, si rivolge
solamente a lui per ottenere € 10.000, e Tizio di fronte a questa
richiesta, sapendo che i due sono obbligati in solido, non può fare
altro che pagare; a questo punto, dopo aver pagato, si rivolge a Caio,
chiedendogli la sua parte, e cioè € 5000, Caio si rifiuta sostenendo
sostanzialmente, e lui con il suo pagamento ha estinto l'obbligazione, e
quindi non ha più titolo per chiedergli nulla, ha ragione Caio?
a) Caio ha ragione, sappiamo tutti che il principale mezzo di estinzione
delle obbligazioni è il pagamento, e Tizio ha pagato; di conseguenza non
può pretendere l'adempimento dell'obbligazione che ormai si è estinta;
se Tizio non voleva pagare tutta la somma avrebbe dovuto comunque
avvertire Caio e sollecitarlo al pagamento, e solo nel caso in cui
questo non fosse avvenuto, poteva chiedergli la sua parte; b) Tizio ha ragione, perché il debitore solidale una volta che ha pagato ha azione di regresso nei confronti dell'altro condebitore solidale, se il titolo permette; quindi Tizio può chiedere i € 5000 a Caio;
c) Tizio ha ragione, ma fino a un certo punto. Ha sbagliato infatti a
chiedere la somma, perché non doveva chiedere € 5000, ma in realtà gli
interi € 10.000, perché nelle obbligazioni solidali chi ha pagato ha
diritto ad ottenere dall'altro condebitore solidale tutta la somma che
ha versato;
12) Tizio deve una somma di danaro a più creditori, infatti
quest'obbligazione e complessa dal lato attivo, poiché vi sono più
creditori che devono avere questa somma di danaro e un solo debitore ;
venuta la scadenza dell'obbligazione, Tizio si reca da uno dei
creditori, che erano quattro, e versa l'intera somma dovuta di € 5000;
gli altri creditori però venuto a sapere della cosa si ribellano,
dicendo che in realtà loro non sono stati pagati, e imputano a Tizio il
fatto di non aver eseguito esattamente la prestazione dovuta al
creditore giusto. Hanno ragione gli altri creditori?
a) no, hanno torto, perché quando abbiamo una situazione del genere, si
verifica un caso esattamente analogo a quello della solidarietà passiva;
come la solidarietà passiva si presume, si presume anche quella attiva,
e di conseguenza Tizio poteva pagare a uno qualsiasi dei creditori e
estinguere tutta l'obbligazione; b) i creditori hanno ragione, perché la solidarietà attiva non si presume, e qui non è stato fatto alcun accordo in base al quale il debitore Tizio potesse pagare l'intera somma a uno qualsiasi dei creditori; Tizio quindi non ha eseguito esattamente la prestazione, perché dovrà dare ad ogni creditore la somma che gli spettava, e non dare l'intero a uno di loro;
c) Tizio ha sbagliato a pagare a quel creditore piuttosto che a tutti,
ma poiché comunque quel creditore ha preso tutti i soldi, gli altri
creditori potranno agire in regresso contro di lui;
13) Tizio è creditore di un gruppo dei debitori solidali, e il debito
non è stato pagato da alcuno di loro; a un certo punto Tizio si stanca e
invia raccomandata con ricevuta di ritorno con cui chiede l'intero
pagamento del debito a uno dei debitori solidali che si chiama Caio; la
raccomandata di Tizio non fa altro che costituire in mora Caio, che a un
certo punto, passato ancora un certo periodo di tempo, paga tutta la somma ma anche
gli interessi moratori che nel frattempo si erano maturati; dopo aver
pagato fa azione di regresso nei confronti degli altri debitori, ma
questi si dichiarano disponibili a pagare la somma che gli spetta, ma
non gli interessi moratori, che ritengono essere a carico solamente di
Caio; hanno ragione questi altri debitori?
a) hanno torto, si tratta di un gruppo dei debitori solidali, e di
conseguenza una volta che il creditore ha costituito in mora uno di
loro, gli effetti della costituzione in mora si estendono anche tutti
quanti gli altri; di conseguenza anche loro dovranno pagare gli
interessi moratori a Caio che ha pagato tutta la somma più gli interessi
moratori;
b) gli altri debitori hanno ragione, perché la costituzione in mora non
ha mai alcun effetto nei confronti degli altri condebitori solidali, di
conseguenza non possono essere esposti al pagamento degli interessi
moratori; si consideri poi che l'unico inadempiente era Caio, che avendo
ricevuto la lettera di messa in mora avrebbe dovuto immediatamente
pagare, e quindi non scaricare sugli altri il suo ritardo; c) gli altri debitori hanno ragione, perché la costituzione in mora non ha effetto nei confronti degli altri condebitori solidali, salvo però l'interruzione della prescrizione, che vale anche per loro; qui però non si è fatta una questione di interruzione della prescrizione, ma il pagamento degli interessi moratori che quindi rimarranno solamente a carico del ritardatario Caio;
14) Tizio Caio e Sempronio sono condebitori solidali nei confronti del
creditore Mevio; passano però 10 anni, e Mevio non chiede soldi a
nessuno di loro, ma poi un bel giorno si sveglia e chiede soldi a Tizio;
Tizio potendo anche non pagare, perché il debito era ormai prescritto,
decide di rinunziare alla prescrizione, e di pagare l'intera somma. Dopo
aver pagato, però, agisce in regresso nei confronti di Caio e Sempronio,
chiedendo la loro parte, lo può fare?
a) certamente sì, perché Tizio è un condebitore solidale, e rinunziando
alla prescrizione, ha reso questa rinunzia efficace anche degli altri,
che quindi dovranno dare la loro parte a Tizio; b) Tizio non potrà chiedere i soldi agli altri condebitori solidali, perché la rinunzia alla prescrizione vale solo per lui, ma non si estende agli altri condebitori solidali; di conseguenza se ha deciso di pagare un debito prescritto si accollerà tutte le conseguenze del caso;
c) Tizio ha ragione ma solo in parte, poiché ha deciso di sua spontanea
volontà di rinunziare alla prescrizione, potrà si chiedere in regresso
la parte agli altri condebitori solidali, ma solo per la metà di quanto
loro dovevano;
15) Tizio Caio e Sempronio sono condebitori in solido; il loro creditore
si chiama Mevio; a certo punto Mevio decide di rinunciare alla
solidarietà nei confronti di Sempronio, ma si presenta da Tizio e gli
chiede il dovuto dell'intera obbligazione, ma questi si oppone
sostenendo che poiché Mevio ha rinunziato alla solidarietà nei confronti
di Sempronio, vuol dire che rinunziato alla solidarietà nei confronti di
tutti gli altri, e quindi lui è disposto a pagare, ma solo per la sua
parte e non per l'intero; ha ragione Tizio?
a) Tizio ha ragione, perché Mevio rinunciando la solidarietà nei
confronti di Sempronio, ha rinunciato in sostanza a tutta la
solidarietà; b) Tizio ha torto, perché la rinuncia alla solidarietà vale nei confronti del debitore solidale cui questa rinuncia è stata fatta, e cioè Sempronio, ma non vale nei confronti degli altri;
c) Tizio ha ragione, ma in realtà si sbaglia nel dire che dovrebbe
pagare solamente la sua parte, la rinunzia alla solidarietà effettuata
dal creditore, implica rinunzia all'intera obbligazione, e di
conseguenza Tizio, come gli altri condebitori solidali, dovrà pagare
l'intero;
16) Tizio e Caio sono due studenti di giurisprudenza, entrano in una
discussione circa la differenza fra le cose invisibili e le cose
divisibili; Tizio sostiene che un'automobile è per sua natura una cosa
divisibile, perché può essere smontata in tanti pezzi, e poi essere
rimontata e tornare un'altra volta perfettamente funzionante; Caio
sostiene invece che un'automobile non è una cosa divisibile, anche se
può essere smontata e rimontata mantenendo intera la sua funzionalità, e
invece ritiene che una cosa divisibile è un computer, perché il
computer, come l'automobile può essere smontato e rimontato, ma è molto
più semplice farlo rispetto ad un'automobile; chi ha ragione?
a) hanno ragione tutti e due, perché è vero che computer e automobile
sono oggetti molto diversi, ma comunque sono composti da parti che messe
insieme formano l'oggetto finale;
b) ha ragione Caio, perché per smontare un computer ci vuole molto meno
energia e abilità rispetto allo smontaggio il successivo rimontaggio di
una autovettura; quindi è evidente che un computer è divisibile, mentre
un'automobile può essere si divisa in parti, ma ci vuole un tale impegno
per smontarla e rimontarla, e può essere considerata una cosa
indivisibile; c) entrambi si sbagliano, perché il concetto di divisibilità e indivisibilità non può essere ricercato dalla maggiore o minore complessità dell'oggetto, ma nella possibilità di dividere l'oggetto in parti, intese come frazioni che proporzionalmente esprimono il valore del tutto, e in questo caso sia il computer sia l'automobile sono cose indivisibili;
17) Tizio deve avere € 2000 da Caio ma venuto il giorno pagamento Caio
si presenta con solamente € 1000, e vuole pagare, per adesso, questi €
1000, riservandosi di pagare poi gli altri € 1000 successivamente; di
fronte a questo adempimento parziale, Tizio si arrabbia, e rifiuta i €
1000, dicendo a Caio che deve necessariamente portare tutti i € 2000;
Caio però ribatte che essendo l'obbligazione divisibile, può anche
eseguire un adempimento parziale. Ha ragione Caio?
a) Caio ha ragione, perché l'obbligazione di pagamento di una somma di
danaro è sicuramente divisibile, e quindi ammette la possibilità di
essere adempiuta in parti;
b) Caio ha torto, perché questa obbligazione relativa al pagamento di
una somma di danaro non è divisibile ma è indivisibile, visto che la
somma deve essere versata per intero, e di conseguenza stante
l'impossibilità di adempiere parzialmente una obbligazione con oggetto
indivisibile, Tizio ha tutto il diritto di rifiutare questo adempimento
parziale e di chiedere l'intero; c) Caio ha torto, perché è vero che l'obbligazione è divisibile, tuttavia la legge consente al creditore di rifiutare l'adempimento parziale anche se l'obbligazione è divisibile; il fatto che l'obbligazione per questa disposizione di legge contenuta nel codice civile, deve essere adempiuta per intero, non la rende comunque indivisibile, e infatti il creditore è vero che può rifiutare l'adempimento parziale, ma può anche accettarlo, e ciò è possibile proprio perché l'obbligazione ha un oggetto divisibile;
18) Tizio deve eseguire più prestazioni in adempimento di un contratto
nei confronti dell'unico creditore Caio; queste prestazioni dovevano
essere eseguite nell'arco temporale di due giorni ma Tizio invece di
eseguirle tutte, ne esegue solo alcune, lasciando inadempiute delle
altre; a questo punto Caio lo cita in giudizio per inadempimento ma
Tizio sostiene che queste obbligazioni erano in realtà alternative, e
che di conseguenza lui si è liberato eseguendo quelle obbligazioni che
riteneva più opportuno fare; chi ha ragione?
a) Tizio ha torto, perché qui non ci sono obbligazioni alternative, perché Tizio si è impegnato a eseguire tutte le prestazioni promesse, e non solamente una parte di esse. Di conseguenza è inadempiente e perderà la causa nei confronti di Caio;
b) Tizio ha ragione; quando lo stesso debitore deve eseguire più
prestazioni in riferimento ad un'unica obbligazione, è evidente che a
lui spetta la scelta circa le prestazioni che deve eseguire, e ciò è
confermato dall'articolo 1285 del codice civile;
c) Tizio ha ragione, perché è evidente che in questo caso le
obbligazioni erano facoltative, nel senso che essendoci più prestazioni,
spettava al debitore la scelta su quale eseguire; in altre parole Tizio
aveva sì l'obbligo di eseguire delle prestazioni principali, ma poteva
anche liberarsi eseguendone delle altre che possiamo definire
secondarie, secondo la sua facoltà, cosa che ha fatto, e quindi Caio non
si può lamentare di nulla;
19) Tizio è un rivenditore di viti e bulloni, e nel suo magazzino, vi
sono conservati diversi quintali di questo materiale; si presenta da lui
il compratore Caio, e vuole comprare 2 quintali di viti e bulloni; i due
concludono il contratto, e Caio aspetta la consegna della merce. In
attesa che questa avvenga, Tizio separa le viti e bulloni che spettano a
Caio, dal resto della merce, mettendoli in un'area particolare dei suoi
depositi; sfortuna vuole che per un caso fortuito si sviluppa un
incendio proprio in quell'area che Tizio aveva scelto per depositare la
merce di Caio, e le viti e bulloni a causa del calore dell'incendio sono
irrimediabilmente danneggiati. I pompieri accertano che l'incendio si è
sviluppato per un caso fortuito, e che nessuna responsabilità del fatto
può essere attribuita al rivenditore Tizio. Tizio però chiede lo stesso
il pagamento della merce a Caio, che si rifiuta di pagare; Caio fa bene
a rifiutarsi di pagare?
a) Caio fa bene, perché è vero che Tizio non ha avuto nessuna
responsabilità nell'incendio, ma è anche vero che le viti e bulloni
erano una cosa generica, e la proprietà di una cosa generica passa al
compratore solo all'atto della consegna, che qui non c'è stata; di
conseguenza la proprietà delle viti e dei bulloni era ancora di Tizio, e
quindi si è distrutta una cosa che era di Tizio, e lo stesso Tizio non
può certamente chiedere i soldi a Caio per la distruzione di una cosa
sua; b) Caio purtroppo ha torto, perché è vero che la cosa era generica, e di conseguenza la proprietà non passa immediatamente al compratore, ma è anche vero che qui è stata fatta l'individuazione dei beni che spettavano al compratore, e da quel momento la proprietà è passata a Caio; poiché non c'è stata alcuna responsabilità di Tizio nell'incendio, in realtà si è distrutta una cosa che era di Caio, che non aveva ancora pagato il prezzo della merce che in quel momento, e cioè nel momento della individuazione, era diventata sua;
c) Caio ha ragione, e ha ragione due volte, sia perché la cosa era
generica e quindi la proprietà non gli era ancora passata, perché non
gli era stata consegnata, ma anche ragione non solo a non pagare, ma
anche a chiedere a Tizio la consegna della merce promessa; il
danneggiamento irreparabile delle viti e dei bulloni, non rende
impossibile la prestazione di Tizio, perché lo stesso Tizio può
facilmente procurarsi altre viti e bulloni della stessa qualità, che
addirittura ha in magazzino;
20) Tizio deve a Caio la somma di € 1000, ed era stato stabilito che il
pagamento, o meglio la restituzione dei € 1000 sarebbe avvenuta dopo due
anni dalla stipula del contratto. Scaduti i due anni Tizio si presenta
puntualmente per restituire i € 1000 a Caio, ma Caio pretende anche gli
interessi e la rivalutazione della somma stessa. Tizio però si oppone,
sostenendo che deve pagare solamente i € 1000, e non certo anche gli
interessi, che non erano stati pattuiti, e la rivalutazione della somma
calcolata secondo il tasso di inflazione. Caio però insiste nel volere
sia gli interessi che la rivalutazione; chi ha ragione?
a) ha ragione Caio, è infatti evidente che Tizio oltre alla restituzione
di € 1000, deve anche gli interessi e la rivalutazione, perché se no lo
stesso Caio da un lato non guadagnerebbe niente da questo prestito che
ha fatto a Tizio, visto che si vede restituire esattamente gli stessi €
1000 che gli aveva dato, ma ci va anche a perdere, perché nel frattempo
la somma che aveva dato a Tizio si è anche svalutata, e quindi sostanza
riceve indietro i € 1000, ma questi € 1000 hanno un minore potere di
acquisto rispetto a due anni prima;
b) entrambi hanno in parte ragione e in parte torto; Tizio, infatti,
deve dare a Caio i € 1000 e la rivalutazione monetaria, per evitare che
Caio riceva sostanzialmente un danno da questo prestito; ma non deve
dare gli interessi, per il semplice fatto che tali interessi non sono
stati pattuiti, né si maturano perché Tizio si è presentato puntualmente
a pagare la somma pattuita; c) Tizio ha ragione, e Caio ha torto. È vero infatti che l'oggetto dell'obbligazione era una somma di danaro, e questa, di conseguenza, deve essere restituita alla scadenza del prestito; quindi non erano dovuti degli interessi, perché non erano stati pattuiti, e nemmeno la rivalutazione, perché nemmeno questa era stata pattuita dalle parti; € 1000 doveva Tizio a Caio, e Caio avrà appunto i suoi € 1000;
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