2 Domande diritti reali Nelle risposte, in grassetto la risposta esatta;
11) Tizio ha un terreno che confina con quello di Caio, e bisogna dire
che Tizio è anche abbastanza invidioso di Caio, perché Caio è una
persona benestante, tanto che si è potuto permettere l'acquisto di un
elicottero e ha addirittura costruito una piccola pista di atterraggio
sul suo terreno per il decollo e l'atterraggio; per poter atterrare,
però, Caio evidentemente deve passare sopra al terreno di Tizio, prima
di entrare nel suo terreno ed atterrare.
Tizio allora non sopportando il fatto che Caio passi sul suo terreno
prima di atterrare, gli invia una raccomandata, con la quale lo invita a
non sorvolare più il suo terreno, perché sta violando il suo diritto di
proprietà; diversamente lo citerà in giudizio per far valere i suoi
diritti; Caio allora va dall'avvocato, per chiedere consiglio sul da
farsi; che cosa dirà l'avvocato a Caio?
a) l'avvocato dirà a Caio di non preoccuparsi, perché Tizio non ha il potere di impedire il sorvolo dell'elicottero sul suo terreno a meno che lo stesso Tizio non dichiari il motivo per cui l'elicottero non possa passare, cioè a meno che lo stesso Tizio non dichiari quale interesse, da attuare, possa essere pregiudicato dal sorvolo dell'elicottero;
b) l'avvocato dirà a Caio che può sorvolare col suo elicottero il
terreno di Tizio senza problemi, ma deve passare ad un'altezza di
perlomeno cinquecento metri sul terreno di Tizio, perché a quell'altezza
Tizio non potrà avanzare alcuna pretesa contro Caio;
c) l'avvocato dirà a Caio che sarà meglio trovare un altro percorso per
far atterrare il suo elicottero; in effetti Tizio è il proprietario del
terreno, e la sua proprietà non si estende solamente in senso
orizzontale, ma anche in senso verticale, e quindi Tizio ha il potere di
impedire il passaggio di velivoli sul suo terreno; Caio però ribatte
all'avvocato che se così fosse nemmeno gli aerei di linea potrebbero
passare sul terreno di Tizio, ma l'avvocato gli risponde che gli aerei
di linea passano ad un'altezza tale che il diritto di proprietà di Tizio
non ha più rilevanza;
12) Tizio è conduttore di un fondo di proprietà di Caio; accade però che
il suo vicino, Sempronio, incominci ad accendere dei fuochi per bruciare
tronchi e foglie secche; il fumo però prodotto da questi incendi viene
spinto dal vento nel fondo di Caio, provocando dei problemi a Tizio; si
tratta di un'attività che prosegue regolarmente per tutto il mese di
ottobre e novembre, e il fumo, seppure prodotto dalla combustione di
materie organiche, è denso, e ha provocato dei danni a Tizio, tanto che
lo stesso Tizio si è dovuto ricoverare in ospedale in seguito alle
esalazioni che sono state prodotte sul fondo di Sempronio; Tizio stanco
di questa situazione, dopo aver interpellato inutilmente Caio, va
dall'avvocato per sapere come fare ad ottenere perlomeno i danni subiti
dall'attività di Sempronio;
a) l'avvocato dirà Tizio che sarà possibile azionare l'articolo 844 del
codice civile in materia di immissioni, e ciò potrà fare lui
direttamente; non c'è dubbio infatti che le immissioni che provengono
dal fondo di Sempronio superino la normale tollerabilità, e quindi Tizio
potrà avere il risarcimento dei danni da Sempronio; b) l'avvocato dirà a Tizio che attraverso dei provvedimenti anche di natura cautelare potrà far cessare o comunque ridurre l'attività incendiaria del vicino Sempronio, e per quanto riguarda i danni che lui ha subito, e dice che si potrà agire ex articolo 2043 del codice civile, e poiché è stato cagionato un danno la salute, potrà invocare anche i danni morali dell'articolo 2059;
c) l'avvocato dirà a Tizio che se il proprietario Caio non si scuote e
agisce direttamente contro Sempronio, lo stesso Tizio non potrà fare
proprio nulla; in effetti l'articolo 844 fa riferimento al proprietario
che può reagire contro le immissioni che superino la normale
tollerabilità, ma nessun riferimento viene fatto a soggetti diversi dal
proprietario, seppure si volesse ritenere che ha analogo diritto ce
l'hanno i titolari di diritti reali, non lo ha certamente Tizio, che non
è proprietario e nemmeno titolare di un diritto reale; di fronte a
questa situazione a Tizio non spetta proprio niente, e l'unica cosa che
può fare sta nell'abbandonare il fondo e chiedere i danni al suo
proprietario Caio che non si è mosso per fa cessare le immissioni che
provengono dal fondo di Sempronio;
13) Tizio è proprietario di un fondo coltivato; su questo fondo vi sono
delle coltivazioni particolari che richiedono molta cura, tanto da
essere facilmente danneggiate; un giorno accade che Caio, cacciatore,
vede degli uccelli, e dovendoli colpire nella maniera migliore, comincia
a inseguirli; a un certo punto però questi uccelli si dirigono sul fondo
di Tizio, e Caio li insegue sul fondo, passando sulle piante che Tizio
aveva coltivato con tanta attenzione; Tizio si rende conto che il
passaggio di Caio aveva distrutto o danneggiato circa 60 piante; il
giorno dopo quindi si mette al di fuori del fondo, per vedere chi sia
passato sul suo fondo; e in effetti il giorno dopo Caio sta per
attraversare di nuovo il fondo di Tizio per inseguire la cacciagione; a
questo punto però Tizio lo blocca, dicendogli che lui non può passare
sul suo fondo in quanto si tratta di una proprietà privata, ma Caio
risponde che in quanto cacciatore ha il diritto di passare; chi ha
ragione?
a) Caio ha ragione; è vero che il proprietario ha il diritto di impedire
a chiunque di entrare nella sua proprietà, ma questa regola non è
assoluta; una delle deroghe riguarda proprio la caccia e la pesca,
previste dall'articolo 842. Il cacciatore infatti sta esercitando un
diritto riconosciutogli dallo stesso articolo 842, diritto, peraltro,
riconosciuto anche a chi esercita la pesca; d'altro canto però è anche
vero che Caio ha provocato dei danni alle piantagioni di Tizio, e quindi
se è pur vero che Caio può passare sul suo fondo, ex articolo 842, è
anche vero che Caio deve pagare i danni a Tizio, perché l'articolo è
vero che autorizza Caio a passare, ma non lo autorizza a provocare dei
danni al proprietario;
b) Tizio ha ragione, in effetti lui può impedire a chiunque di entrare
sul suo fondo, e non si vede perché non possa bloccare a Caio l'accesso
sul suo fondo; c) Tizio ha ragione, in effetti Tizio in certi casi deve tollerare che qualcuno passi sul suo fondo, e se questo poi accade, e se la persona provocato dei danni, è giusto anche che sia risarcito; ma qui si parla della possibilità che Tizio impedisca che certe persone passino sul suo fondo; in effetti l'articolo 842 consente al cacciatore Caio di passare sul fondo di Tizio, salvo che sullo stesso fondo non vi siano delle culture in atto suscettibili di danno; nel caso di specie le culture esistevano, e addirittura il danno già avevano subito; di conseguenza Tizio oltre ad avere diritto al risarcimento dei danni cagionati da Caio, può anche impedire che lo stesso Caio passi di nuovo sul suo fondo, cosa che in realtà già poteva fare la prima volta;
14) Tizio è proprietario di un vivace cucciolo di cane, per la
precisione si tratta di un piccolo pastore tedesco; un bel giorno Tizio
decide di portare in campagna il suo cucciolo, e lo addestra col solito
gioco, deve tirargli una pallina, che poi il cane gli riporta indietro;
accade però che Tizio fa un tiro decisamente potente, e la palla entra
nel fondo di un contadino; il cane però non si perde d'animo, e insegue
la palla entrando nel fondo del contadino; Tizio però non si preoccupa
di quanto accaduto, perché sa che il cucciolo di pastore tedesco tornerà
a riportargli la palla; ma questo non accade, e il cane non torna dal
suo padrone; a questo punto Tizio preoccupato va al cancello del fondo,
chiamando a gran voce il proprietario; il contadino si avvicina, e Tizio
gli spiega la situazione chiedendogli di entrare per recuperare il suo
cucciolo; il contadino però si oppone a questa richiesta, sostenendo che
l'unico che può recuperare il cane è lui, e anzi si metterà subito alla
ricerca per la consegna del cane, ma Tizio si oppone, sostenendo che
poiché lui è il padrone del cane, solamente lui può entrare nel fondo
per recuperarlo; chi ha ragione?
a) Tizio ha ragione, lui è il padrone del cane, e trattandosi anche di
un cucciolo, c'è uno speciale interesse che lo legittima ad essere
l'unico a recuperare il detto cane;
b) Tizio ha ragione non solo perché lui è il padrone del cane, ma anche
perché l'articolo 843 del codice civile lo legittima ad entrare nel
fondo del contadino per recuperare il cane; d'altro canto trattandosi di
un cucciolo, è giusto che sia solamente lui a provvedere al recupero,
perché il cane vedendo un estraneo potrebbe impressionarsi; c) Tizio ha torto; è vero che lui è il padrone del cane, ed è anche vero che l'articolo 843 lo legittima ad entrare nel fondo per il recupero del cucciolo; ma è anche vero che il contadino si è dichiarato disponibile a trovare il cane e a consegnarglielo, ma Tizio non ha voluto aspettare; se avesse atteso il proprietario avrebbe sicuramente recuperato in poco tempo il cane e glielo avrebbe consegnato, ma essendosi Tizio opposto anche questo, non ha il diritto ad entrare nel fondo del contadino per recuperare il cane, cosa che potrà fare solamente il contadino;
15) Tizio sta tranquillamente passeggiando per strada, e cammina cammina
trova per terra un orologio di un certo valore; si tratta infatti di un
orologio di acciaio, che però è valutato sul mercato circa cinquecento
euro; trovato l'orologio Tizio se lo mette in tasca e se ne va; il
giorno dopo però incontra degli amici, e gli dice del suo ritrovamento,
sostenendo, come in realtà è accaduto, che lui ha trovato un orologio
Omega degli anni 70, tutto d'acciaio con il quadrante nero; uno degli
amici però gli dice che un negoziante che sta sulla strada aveva proprio
quell'orologio, e che gli aveva detto di non trovarlo più; a questo
punto l'amico di Tizio lo consiglia di andare dal negoziante e
restituire l'orologio, ma Tizio si oppone, sostenendo che poiché lui
aveva trovato l'orologio, l'orologio era suo; la discussione fra Tizio e
il suo amico che ovviamente si chiama Caio, va avanti: Tizio sostiene
che l'orologio è ormai suo, Caio sostiene che l'orologio è del
negoziante; addirittura i due scommettono su chi avesse ragione la somma
di € 1000; per sapere quindi chi ha ragione entrambi si recano da un
avvocato di fiducia; chi dovrà pagare i € 1000?
a) Caio dovrà pagare i € 1000 all'amico Tizio, e Tizio non dovrà
restituire l'orologio; in effetti Tizio è diventato proprietario a
titolo originale di quell'orologio, così come recita l'articolo 923 del
codice civile; quest'articolo dispone infatti che quando si trova una
cosa mobile, la proprietà passa al ritrovatore; di conseguenza Tizio è
diventato proprietario a titolo originario dell'orologio stesso, e
quindi avrà l'orologio più di €
1000 della scommessa persa da Caio;
b) Tizio dovrà pagare i €
16) Tizio sta tranquillamente passeggiando per strada, e cammina cammina
trova per terra un orologio di un certo valore; si tratta infatti di un
orologio di acciaio, che però è valutato sul mercato circa 1000 euro;
resosi conto che l'orologio è stato smarrito, se lo mette in tasca; il
giorno dopo lo porta al comune all'ufficio oggetti smarriti.
Il sindaco rende noto il ritrovamento dell'orologio, e un giorno si
presenta Caio sostenendo di essere lui il proprietario dell'orologio
smarrito; Caio fornisce una minuziosa descrizione dell'orologio, tanto
da non far sorgere alcun dubbio che sia lui il proprietario;
a questo punto viene avvertito Tizio circa il fatto che il proprietario
si è presentato, e l'orologio gli è stato restituito; allora Tizio si
reca dal proprietario Caio, ma non viene accolto benevolmente da questi,
che addirittura sostiene che Tizio avrebbe dovuto fare delle ricerche
più approfondite prima di portare l'orologio al comune;
Tizio e irritato da questo comportamento di Caio gli chiede €
a) in primo luogo bisogna notare che Caio è veramente un ingrato; non
solo Tizio si è dato da fare tanto da fare in modo che lui rientrasse in
possesso del suo prezioso orologio, ma addirittura rimprovera lo stesso
Tizio; questo comporta comunque che Caio non ha certamente diritto ad
alcun risarcimento, perché Tizio non aveva alcun obbligo di fare delle
ricerche, ma è anche vero che a Tizio non spetterà nulla per il
ritrovamento dell'orologio, perché le buone azioni non si pagano;
b) di fronte a questa situazione forse avrebbe fatto bene Tizio a
tenersi l'orologio vista l'ingratitudine di Caio; dal punto di vista
legale però Tizio ha fatto bene a portare orologio al comune, ma ha
fatto male a non effettuare delle minuziose ricerche per individuare il
proprietario dell'orologio; d'altro canto è vero che a lui spetta il
decimo del valore del bene ritrovato ex articolo 930 del codice civile,
ma poiché lui non ha fatto le dovute ricerche, e in fondo ha cagionato
un danno a Caio, la conseguenza sarà che si avrà una compensazione fra
il risarcimento che Tizio deve a Caio, e il decimo del valore
dell'orologio che Caio deve Tizio; c) certamente Caio non è una persona perbene, tanto che ha avuto il coraggio di rimproverare Tizio per le mancate ricerche; questo rimprovero però è totalmente ingiustificato, perché la legge all'articolo 927 non obbliga il ritrovatore a fare delle ricerche, ma semmai considera solamente il fatto che una persona ritrovi un bene mobile senza sapere chi sia il proprietario; quindi il rimprovero di Caio è totalmente ingiustificato; d'altro canto l'articolo 930 obbliga il proprietario, se il ritrovatore lo richiede, a pagare la decima parte del valore del bene ritrovato, e nel nostro caso poiché l'orologio vale € 1000, Caio deve dare a Tizio € 100; si può considerare che se Caio non avesse avuto quest'atteggiamento nei confronti di Tizio, Tizio quasi sicuramente non gli avrebbe chiesto nulla, ma poiché gli ha chiesto questi € 100, Caio li deve pagare;
17) Tizio si è comprato una bella motocicletta; con questa motocicletta
va a correre sulle strade di campagna, sapendo che di ben difficilmente
troverà traffico.
Il nostro Tizio però non aveva calcolato che sulle strade di campagna
non circolano solamente autovetture, ma anche molti animali; in effetti
mentre procede a velocità sostenuta sulla strada di campagna,
improvvisamente vede pararsi davanti a lui un toro; riesce però
fortunatamente a frenare in tempo, ma il toro lo carica;
Tizio fa appena in tempo a invertire la marcia e a fuggire a tutta
velocità con la sua motocicletta, ma essendosi per un attimo voltato per
vedere se il toro lo inseguiva ancora, esce di strada, finendo così con
la sua motocicletta in un campo coltivato; la motocicletta finisce
quindi nel fango, e Tizio che non si è fatto niente, non può fare altro
che tornare a piedi, al paese più vicino visto che non riesce a
rimuovere la motociclette; dopo aver fatto
a) l'avvocato gli dirà che il contadino è in piena malafede; in effetti la motocicletta si è trovata per un caso nel fondo del contadino, e lo stesso contadino ha due strade davanti a sé; o prendere la motocicletta e consegnarla, o permettere allo stesso Tizio di entrare e recuperare la detta motocicletta ex articolo 843;
b) l'avvocato dirà a Tizio che effettivamente il contadino dovrebbe
restituire la motocicletta, ma è anche vero che in questo caso si
applica l'articolo 934 che regola il principio della accessione; in
effetti la motocicletta è un bene mobile, ma è anche vero che essendosi
impantanata sul fondo del contadino, si è sostanzialmente incorporata
sul fondo di questo; è vero che il contadino poi ha rimosso la
motocicletta, ma è anche vero che per le modalità dell'incidente la
motocicletta si era incorporata nel suo fondo, e quindi da quel momento
era diventata sua; essendo poi una cosa sua aveva tutto il diritto di
rimuoverla, come esattamente un proprietario può rimuovere un palo della
luce, o una colonna. L'avvocato dirà quindi a Tizio che ha perso la
motocicletta;
c) l'avvocato dirà a Tizio che il contadino deve restituire la
motocicletta, e che tenerla sul suo fondo equivale ad un illecito di
natura civile; d'altro canto però poté quest'illecito non configura
l'ipotesi di furto, ma solamente l'ipotesi di illecito civile, non ci
sarà modo per avere la restituzione della motocicletta, ma essendo un
illecito civile spetterà comunque Tizio il risarcimento per il danno
subito;
18) Tizio è proprietario di un fondo, e accade che Caio il proprietario di
un fondo vicino, per errore costruisca un garage con suoi materiali sul
fondo di Tizio; Tizio viene a sapere della cosa, ma poiché il garage gli
può essere comunque utile, decide di tenersi i garage costruito da Caio
con i suoi materiali; Caio però viene a sapere della decisione di Tizio
e si dichiara disponibile ad eliminare immediatamente il garage costruito
o gli chiede di pagare il prezzo dei materiali e il prezzo della
manodopera usata per costruire il garage; ma Tizio si oppone, dicendo
che lui non ha alcun obbligo di eliminare il garage, e tanto meno di
pagarne il prezzo dei materiali e della manodopera, visto che quello che
è accaduto è stato frutto di un errore di Caio; chi ha ragione?
a) Caio ha ragione, ma non completamente; in effetti il garage è stato costruito sul terreno di Tizio, e di conseguenza è diventato di proprietà di Tizio per il principio dell'accessione; è vero poi che Caio non può chiedere a Tizio di abbattere il garage, ma gli può chiedere il prezzo dei materiali e della manodopera impiegata; di conseguenza questa sarà l'unica richiesta che Caio potrà legittimamente fare a Tizio;
b) Tizio ha ragione; in effetti Caio ha costruito per un errore il
garage sul suo fondo; ora per il principio dell'accessione tutto quello
che è saldamente incorporato in un fondo diviene di proprietà del
proprietario del fondo; se così stanno le cose non si vede perché Tizio
dovrebbe pagare a Caio qualcosa che è già sua, e quindi Caio niente può
chiedere a Tizio, ma semmai stare più attento un'altra volta;
c) Caio ha totalmente ragione; in effetti c'è stato un suo errore, tanto
che ha costruito con materiali suoi il garage sul terreno di Tizio. È
anche vero che Tizio è diventato proprietario del garage, e ciò per il
principio dell'accessione. È anche vero però che qui si deroga ex
articolo 936 del codice civile; ora fermo restando che Tizio è diventato
proprietario del manufatto, è anche vero che lo stesso Caio ha il potere
di chiedergli l'eliminazione dell'opera compiuta,
eventualmente accollandosene le spese, oppure il prezzo dei
materiali e della manodopera utilizzata per costruire il garage. Si
tratta di una scelta di Caio, che Tizio però non ha accolto nell'uno e
nell'altro caso;
19) Tizio ha un terreno che confina con quello di Caio; un bel giorno
Caio decide di costruire un capannone a ridosso del confine di Tizio, ed
esattamente, facendosi i suoi calcoli, e aiutandosi anche con le mappe
catastali e con l'aiuto di un geometra, stabilisce che il muro esterno
del capannone cadrà esattamente sul confine fra il suo terreno e quello
di Caio; accade però un fatto imprevisto; le mappe in realtà erano
sbagliate, e sono state rettificate pochi giorni dopo che Tizio aveva
costruito il suo capannone; si viene a scoprire che il confine del
terreno fra Tizio e Caio non era quello che risultava dalle mappe, e la
conseguenza concreta è che Caio ha costruito parte del suo capannone sul
terreno di Tizio. Passano tre mesi, e Caio comincia a preoccuparsi;
pensa infatti che parte del suo capannone sia in realtà di Tizio, che
potrebbe al limite anche chiedere di essere riconosciuto proprietario di
quella parte del capannone che è entrata sul suo fondo; di conseguenza
va dall'avvocato per chiedere consiglio; che cosa gli dirà l'avvocato?
a) l'avvocato gli dirà che è vero che Caio non ha alcuna colpa in
quello che è accaduto, ma è anche vero che parte del capannone è
diventato di proprietà di Tizio; di conseguenza o si metterà d'accordo
con Tizio per far abbattere quella parte di capannone che è entrata nel
terreno di Tizio, o dovrà accettare il fatto che il capannone sarà in
comproprietà tra lui e Tizio;
b) l'avvocato gli dirà che in questo caso si applicherà l'articolo
c) l'avvocato gli dirà che in queste ipotesi c'è spazio per
l'applicazione dell'articolo
20) Tizio si diletta nella realizzazione di opere artistiche, o almeno
così pensa lui; a un certo punto decide di costruire un tavolino con
delle forme particolari, e poiché vuole fare un'opera che sia preziosa,
fa forgiare dei tubi che servono da struttura portante del tavolino, e
questi dubbi sono addirittura costituiti da una lega particolare di
argento rinforzato; questi tubi sono di proprietà di un'altra persona, e
Tizio li utilizza per la costruzione del tavolino.
Non si tratta in realtà di un lavoro particolarmente complicato, perché
i tubi vengono assemblati con delle viti, e poi sopra viene apposto un
vetro scuro, tanto che lo stesso tavolino potrebbe essere facilmente
smontato, e i tubi recuperati, ma il risultato è sicuramente degno di
lode, perché il tavolino assume un aspetto molto gradevole.
Sorge però una controversia fra Tizio che ha costruito il tavolino, e
Caio proprietario dei tubi di argento rinforzati; Tizio sostiene che il
tavolino è suo, e si dice
disposto a pagare il valore dei tubi di argento, Caio invece sostiene
che il tavolino è suo, e si dice disposto a pagare il lavoro, cioè la
manodopera, impiegata per costruire il tavolino; chi ha ragione?
a) ha ragione Tizio; abbiamo una classica ipotesi di specificazione,
cioè l'ipotesi in cui è stata costruita un'opera con materiali di
proprietà di un'altra persona; ora in questo caso è evidente che il
lavoro deve sempre prendere il sopravvento rispetto alla proprietà dei
materiali impiegati, nel senso che chi si è speso per costruire l'opera
deve essere riconosciuto proprietario di detta opera, pagando però il
valore dei materiali al proprietario di questi;
b) hanno torto tutti e due; in effetti montando i tubi di argento si
verifica un'ipotesi di unione ex articolo 939 primo comma del codice
civile; ciò vuol dire che entrambi sono diventati proprietari del detto
tavolino, ma in diversa proporzione; in sostanza si viene poi scoprire
che il lavoro di Tizio nella costruzione del tavolino vale circa 100,
mentre il valore dei tubi per la costruzione del tavolino vale
novecento; di conseguenza Tizio sarà proprietario al 10%, e Caio sarà
proprietario al 90%;
c) Caio ha ragione, in effetti qui abbiamo un'ipotesi di specificazione;
in questo caso però è accaduto che il valore dei materiali impiegati
sorpassa notevolmente il valore della manodopera usata per costruire il
tavolino; in effetti il valore della manodopera può vale pressappoco 10,
mentre quello dei materiali vale pressappoco 100; di conseguenza
proprietà del tavolino sarà Caio, che però dovrà corrispondere il valore
di
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