3 Domande Contratto e altre fonti delle obbligazioni
21) Tizio ha stipulato un contratto con Caio a prestazioni
corrispettive; Caio incomincia ad eseguire la prestazione richiesta, ma
Tizio a un certo punto si rifiuta di eseguire la sua, perché sostiene
che il contratto stipulato con Caio è nullo per un vizio di forma; Caio
però insiste che vuole l'esecuzione della prestazione da parte di Tizio,
ma Tizio non solo continua a rifiutarsi, ma minaccia Caio di agire
davanti al giudice per far valere il suo diritto; Caio questo punto
capisce che effettivamente il contratto aveva un vizio di forma tale da
renderlo nullo, e si rivolge al giudice chiedendone la risoluzione, e
basando la richiesta sull'inadempimento dello stesso Tizio; che cosa
deciderà il giudice?
a) il giudice deciderà sulla nullità del contratto, e si vedrà che effettivamente il contratto era nullo per un vizio di forma, dichiarerà il contratto nullo con la conseguente liberazione delle prestazioni di entrambe le parti;
b) il giudice vedrà se il contratto sinallagmatico è stato rispettato;
in effetti si sa che nei contratti a prestazioni corrispettive c'è un
sinallagma genetico e un sinallagma funzionale; poiché in questo caso si
parla di nullità del contratto, il giudice riterrà che il sinallagma
genetico non è stato rispettato, e quindi con sentenza risolverà il
contratto stipulato fra i due, attenendosi così alla domanda dello
stesso Caio;
c) il giudice deciderà per la risoluzione del contratto, perché quello
che è venuto meno è stato il sinallagma funzionale, dovuto al fatto che
Tizio non ha voluto eseguire la sua prestazione, mentre Caio era pronto
ad eseguire la sua; di conseguenza dichiarerà risolto il contratto con
condanna di Tizio al pagamento dei danni subiti da Caio;
22) Tizio e Caio stipulano un contratto ma Caio non si fida molto
dell'effettivo adempimento da parte di Tizio; allora fa inserire nel
contratto una clausola risolutiva espressa, stabilendo che nei casi in
cui Tizio non esegua una particolare obbligazione contrattuale che gli
sta molto a cuore, il contratto s'intenderà risolto.
Accade che come temeva Caio, Tizio non esegue proprio quella
obbligazione; Caio allora si rivolge al giudice, chiedendo che il
giudice accerti che sia intervenuta la risoluzione del contratto, perché
Tizio ha violato la clausola risolutiva espressa che era stata inserita
nello stesso contratto; Tizio però ritiene che il contratto non si sia
affatto risolto, e, anzi, si dichiara immediatamente disponibile ad
eseguire la prestazione richiesta, e poiché questa consisteva nella
consegna di una determinata quantità di merce, consegna al giudice una
fede di deposito a nome dello stesso Caio, che quindi potrà ritirare
quando vuole la merce promessa; ma Caio si oppone sostenendo che
l'esistenza della clausola risolutiva espressa ha già risolto il
contratto nel momento stesso in cui Tizio è stato inadempiente, e che
quindi non è più possibile tornare indietro; che cosa deciderà il
giudice?
a) il giudice darà ragione Caio; effettivamente nel contratto era stata
inserita questa clausola risolutiva espressa, e quindi di conseguenza il
contratto si è risolto di diritto nel momento in cui Tizio non ha
eseguito nei termini l'obbligazione richiesta; è quindi inutile che
Tizio ora abbia offerto la prestazione a Caio, perché si tratta di un
contratto che già è stato risolto di diritto, con conseguente
liberazione delle obbligazioni di entrambe le parti; b) il giudice darà ragione a Tizio, perché non basta inserire una clausola risolutiva espressa per avere l'automatica risoluzione del contratto nel caso in cui la prestazione promessa non sia eseguita;
c) il giudice darà ragione a Caio, tuttavia consiglierà allo stesso Caio
di mutare la sua domanda originaria da risoluzione all'adempimento
coattivo; in effetti è vero che il contratto si può risolvere, e che
quindi la richiesta di Caio può essere accolta, ma il fatto che Tizio
abbia messo a disposizione di Caio la prestazione promessa, consente
allo stesso Caio di mutare la sua domanda, da risoluzione
all'adempimento coattivo, e poiché Tizio ha già adempiuto, la questione
si può risolvere con la cessazione della materia del contendere;
23) Tizio ha stipulato un contratto con Caio a prestazioni
corrispettive, in base al quale lo stesso Tizio deve consegnargli una
certa quantità di merce; si stabilisce che il giorno della consegna è il
15 del mese.
Tizio però ha dei problemi nella consegna della merce, e si dà da fare
per consegnare la merce a Caio il prima possibile, perché sa che se la
consegna avviene dopo il 30 del mese, la stessa merce potrebbe risultare
inutile a Caio, perché il 30 Caio deve a sua volta consegnare la merce
ai trasportatori per inviarla all'estero; finalmente Tizio si presenta
al deposito di Caio il 20 del mese, ma Caio si rifiuta di ricevere la
prestazione, sostenendo che poiché lui 15 non ha consegnato la merce, ha
posto in essere un inadempimento tale che lo legittima chiedere la
risoluzione del contratto, cosa che ha già fatto dando incarico al suo
avvocato; ha fatto bene Caio a chiedere la risoluzione del contratto?
a) Caio ha fatto bene ma fino a un certo punto, perché il contratto in
realtà è stato già risolto; in effetti il comportamento lo stesso Caio
fa ritenere che il termine del 15 fosse un termine essenziale, oltre il
quale la prestazione di Tizio gli sarebbe stata completamente inutile;
di conseguenza il contratto era già risolto, e il giudice non potrà fare
altro che prendere atto di questa situazione; b) la risoluzione di un contratto si ha ovviamente per inadempimento, ma non è detto che questo inadempimento debba essere sempre definitivo; anche il ritardo dell'adempimento è in sostanza inadempimento, che diviene definitivo quando la prestazione anche se fatta tardivamente risulta essere completamente inutile per il creditore; in questo caso l'inadempimento di Tizio, cioè il ritardo nell'adempimento, non legittima lo stesso Caio a chiedere la risoluzione del contratto, perché nessun ritardo derivava a lui nella consegna della merce agli spedizionieri, visto che tale consegna era stata stabilita il 30 del mese; di conseguenza si tratta di un inadempimento di Tizio, ma che non ha avuto molta importanza per Caio, che evidentemente ha sfruttato l'occasione per risolvere un contratto che in realtà non lo interessava più;
c) nel caso di specie è evidente che il giorno 15 non era un termine
essenziale, perché la consegna della merce agli spedizionieri Caio la
doveva fare il 30 del mese; è anche vero però che quando si è stabilito
un termine quale che sia, questo deve essere rispettato, e se Tizio non
ha rispettato il termine del giorno 15, non si può lamentare fatto che
Caio dopo ben cinque giorni abbia deciso che non era più il caso di
avere rapporti contrattuali con Tizio, e quindi rivolgersi al giudice
per ottenere la risoluzione del contratto;
24) Tizio deve molti favori a Caio, e a un certo punto per sdebitarsi
moralmente nei suoi confronti, s’impegna a sostituirli gratuitamente e
ad istallargli quattro nuovi computer dell'ufficio dello stesso Caio che
svolge l'attività di commercialista; Caio accetta la proposta di Tizio;
accade però che il prezzo dei computer che Tizio doveva comprare per
istallarli nell'ufficio di Caio subisce un'improvvisa e imprevedibile
impennata, dovuta alla scarsità non prevista di certi materiali. Di
conseguenza il costo iniziale che Tizio aveva preventivato, che era di €
4000, diviene di € 9000; Tizio allora chiede a Caio di dargli
un'integrazione per le spese improvvise che lui deve sostenere, ma Caio
si rifiuta, sostenendo che ormai lui si è impegnato contrattualmente, e
che quindi deve rispettare il contratto che liberamente ha deciso di
sottoscrivere; a questo punto Tizio si rivolge al giudice, chiedendo la
risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta; che cosa
deciderà il giudice?
a) il giudice deciderà che il contratto si risolve per eccessiva
onerosità sopravvenuta, e la risoluzione è l'unica strada possibile,
perché Caio preventivamente si è rifiutato di riportare il contratto ad
equità; risolverà quindi il contratto che Tizio aveva con Caio; b) il giudice deciderà che non è possibile risolvere questo contratto stipulato fra Tizio e Caio, ma terrà comunque conto delle improvvisa variazione dei prezzi dei computer che Tizio doveva gratuitamente comprare ed installare negli uffici di Caio; di conseguenza deciderà che invece di comprare ed installare quattro computer negli uffici di Caio, Tizio sarà obbligato a comprare ed installare due computer negli uffici di Caio;
c) il giudice deciderà che Tizio deve eseguire il contratto nei
confronti di Caio; in effetti si tratta di un contratto a prestazioni
corrispettive, e quello che è accaduto rientra nella normale alea delle
prestazioni contrattuali; di conseguenza rigetterà la domanda di Tizio
di risoluzione, e accerterà che Tizio dovrà eseguire la prestazione nei
confronti di Caio così come era stata originariamente stabilita;
Altre fonti delle obbligazioni diverse dal contratto e dall’atto
illecito
25) A quali condizioni le promesse unilaterali sono valide?
a) Quando c’è la volontà di farle;
c) Quando sono previste dalla legge e non sono illecite;
26) Tizio riconosce per iscritto di essere debitore di Caio ma
nonostante questo non paga il suo debito; dopo averlo messo in mora,
senza risultati, Caio cita Tizio in giudizio per il pagamento
depositando la ricognizione di debito; Tizio si costituisce in giudizio,
dicendo che non ha pagato perché il contratto in base al quale ha
assunto il debito ha un vizio relativo alla causa; basterà questo a
Tizio per non essere condannato al pagamento?
1) Sì, se il contratto era davvero annullabile;
2) No, in effetti la ricognizione di debito dispensa il creditore dal
provare il rapporto fondamentale, e ciò vuol dire che è negozio astratto
dove non si fa alcun riferimento alla causa del negozio;
27) Tizio vuole incoraggiare allo studio, e promette 500 euro al primo
studente che nel mese di gennaio supererà l’esame di diritto privato con
il voto di 30 all’università Tal Dei Tali; fa quindi affiggere dei
volantini nei locali dell’università; caso vuole, però, che il primo
studente che prende 30 è l’ex fidanzato della figlia, che lui non ha mai
potuto sopportare, e quindi non vuole pagare i 500 euro; può farlo?
a) No.
b) Di regola no, ma in questo caso c’è una giusta causa di revoca, e
allora può sottrarsi;
c) Sì, in effetti questa non è una promessa al pubblico, perché era
rivolta agli studenti universitari dell’università Tal dei Tali, e
poiché le promesse unilaterali valgono solo nei casi previsti dalla
legge ( art. 1987 c.c.) Tizio non è vincolato alla promessa, se non
moralmente;
28) Tizio parte per un lungo viaggio ma accade che nel periodo della sua
assenza la sua villetta necessiti di urgenti lavori a causa dello
smottamento di un terrapieno sottostante alla villetta;
Il suo vicino Caio, credendo che il terreno franato sia suo, fa subito
eseguire i lavori di consolidamento da un’impresa indebitandosi 15.000
euro; finiti i lavori, però, viene a sapere dal geometra che quel
terreno era in realtà di Tizio; Caio potrà chiedere i 15.000 euro a
Tizio?
a) Sì, Caio ha gestito l’affare di Tizio e non ha importanza che
pensasse che il terreno era suo, perché ciò che conta è il risultato: la
villetta di Tizio non è crollata;
b) Caio non potrà fare nulla, perché la gestione di affari altrui
presuppone che gli affari siano, appunto, altrui; qui Caio pensava di
gestire un affare proprio; c) Caio potrà chiedere a Tizio di ratificare la gestione;
29) Tizio e Caio sono vicini di casa; Caio è molto premuroso, al limite
dell’invadenza, e Tizio stanco di questa situazione, dovendo andare a
lavorare due mesi all’estero dice espressamente a Caio di non
intromettersi nei sui affari fino a quando è fuori; accade, però, che
mentre Tizio è fuori, arriva alla casa di Caio l’ufficiale giudiziario,
dicendo che vuole eseguire un pignoramento; Caio si meraviglia della
cosa perché sa che Tizio è una persona seria che paga i suoi debiti, e
chiede all’ufficiale giudiziario di tornare tra un paio di giorni,
perché vuole informare Tizio della cosa; l’ufficiale giudiziario anche
perché la casa è chiusa, gli dice che tornerà la settimane prossima;
Caio cerca di contattare Tizio, ma non ci riesce, e allora si rivolge a
un avvocato affinché questi almeno controlli la situazione; l’avvocato
va in tribunale, e scopre che in realtà il debitore era un omonimo di
Tizio, si fa rilasciare la documentazione e la
consegna a Caio che così riesce
ad evitare il pignoramento; l’avvocato chiede per il suo intervento 600
euro, che Caio gli versa; Tornato Tizio, Caio gli spiega la situazione e
gli chiede il rimborso dei 600 euro, ma Tizio si rifiuta; cosa potrà
fare Caio?
a) Caio non potrà fare nulla, se non i fatti suoi; in effetti aveva
avuto l’espresso divieto di intromettersi negli affari di Tizio, e
quindi non può pretendere il rimborso dei 600 euro;-
b) Caio dovrà avere i 600 euro; è vero che Tizio gli aveva detto di non
intromettersi ma è anche vero che senza Caio Tizio avrebbe subito un
pignoramento dagli esiti imprevedibili, ed è quindi giusto che per lo
meno rimborsi quanto Caio ha speso;
c) Tizio aveva fatto divieto a Caio di intromettersi, ma questo divieto
non vale quando è contrario al buon costume, cioè anche contrario alla
morale; poiché sarebbe stato immorale far subire un pignoramento a chi
non p debitore, il divieto di Tizio non ha effetto, come dispone l’art.
2031 c.c., e Tizio dovrà dare a Caio i 600 euro, e anche ringraziarlo.
30) Tizio subisce un incidente stradale, e finisce in ospedale per un
paio di mesi, senza che vi sia nessuno che possa occuparsi dei suoi
affari; un’infermiera colpita dalla situazione, decide di occuparsi di
alcuni affari di Tizio, e sapendo che erano in corso dei lavori nella
casa di Tizio, non finiti perché Tizio è in ospedale più morto che vivo,
contatta l’impresa e si dichiara disposta ad anticipare le ultime spese
dei lavori, a patto che siano portati a termine; l’impresa finisce i
lavori, e l’infermiera Sempronia, anticipa per Tizio 2.000 euro; Tizio è
finalmente dimesso e torna a casa che trova finita, ma l’impresa non
aveva correttamente finito di lavori, come aveva detto a Sempronia, e
Tizio entrando in casa inciampa su un asse mal sistemato e cade
rompendosi una gamba; finito di nuovo all’ospedale la gamba gli viene
ingessata e Tizio incontrando Sempronia si rifiuta di darle i 2000 euro
che ha speso; ha fatto bene Tizio?
a) moralmente ha fatto malissimo giuridicamente ha fatto bene, perché il
risultato della gestione di Sempronia è stata la gamba rotta di Tizio;
c)Tizio non solo deve dare i 2000 euro a Sempronia ma la deve compensare
per l’attività svolta, quindi le deve dare i 2000 euro, più gli
interessi, più altri 1000 euro per il lavoro che Sempronia ha svolto
come mandataria di (v. art. 2030 c.c.) di Tizio;
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