La filiazione legittima

nozione

la filiazione è legittima quando il figlio è stato concepito da genitori tra loro sposati e in costanza di matrimonio

Per molto tempo c’è stata differenza giuridica tra figli nati in costanza di matrimonio e figli nati al di fuori dello stesso, in altre parole, con una terminologia che sarà nel tempo abbandonata, tra figli legittimi e naturali. La legge 219\2012 (di cui si parlerà più diffusamente nei prossimi paragrafi) costituisce il primo, e importante, passo per far cessare tali differenze. Per ora ci preme sottolineare che sia i diritti che per i doveri, nessuna differenza può più farsi tra figli tra figli nati nel matrimonio e figli nati al di fuori, e ciò grazie alla modifica dell’art. 315 ad opera della citata legge (Stato giuridico della filiazione - Tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico) e all’introduzione dell’art. 315 bis di cui ci siamo già occupati parlando della potestà dei genitori.

Ciò posto,  per aversi filiazione legittima sono necessarie una serie di condizioni che possiamo schematicamente riassumere

L'accertamento della maternità non pone particolari problemi poiché, secondo il famoso detto latino " mater sempre certa est".
Problemi, invece, possono sorgere per l'accertamento della paternità. Il codice civile viene incontro a questo bisogno di certezza con una serie di presunzioni,  relative.

Vediamole, quindi, nella sottostante tabella:

Presunzione di paternità

Si presume che il marito sia il padre del figlio concepito durante il matrimonio (art. 231 c.c.)
si colgono qui esistenza dei tre presupposti della filiazione legittima
1. l'esistenza del matrimonio valido o putativo;
2. parto della moglie;
3. concepimento durante il matrimonio.

Si presume concepito durante matrimonio il figlio nato non prima di centottanta giorni dalla celebrazione dello stesso
 e non dopo 300 giorni dallo scioglimento o annullamento (art. 232 c.c.)

Quest'ultima presunzione è assoluta, nel senso che non ammette prova contraria, ma questo non deve far pensare che il marito debba per forza considerarsi il padre del figlio nato in questi periodi.

Se infatti, mettiamo a confronto la presunzione di paternità di cui all'articolo 231 e quella di concepimento di cui all'articolo 232, scopriamo che si riferiscono a casi diversi.

L'articolo 232 ( presunzione di concepimento) non fa altro che stabilire che si presume concepito durante matrimonio il figlio nato dei periodi di tempo indicati.

L'articolo 231, invece, si limita a dire che si presume legittimo il figlio nato durante il matrimonio anche, cioè, quello nato non prima di centottanta giorni dalla celebrazione e non dopo i 300 giorni dallo scioglimento o annullamento del matrimonio.

Si spiega, allora, come la presunzione di cui all'articolo 232 sia assoluta, nel senso che non è possibile decidere diversamente circa nascita in costanza di matrimonio di un figlio nato in quei periodi di tempo, mentre, la presunzione di cui all'articolo 231 sia relativa, nel senso che il marito può tramite azione di disconoscimento della paternità far accertare che il figlio nato durante matrimonio non sia stato generato da lui

Può accadere che il figlio sia nato prima dei centottanta giorni dalla celebrazione del matrimonio o dopo i 300 dal suo annullamento; come considerare questo figlio? Leggiamo la risposta nella tabella qui sotto.

nascita prima dei 180 giorni

il figlio nato prima che siano trascorsi centottanta giorni dalla celebrazione del matrimonio è reputato legittimo se uno dei coniugi o il figlio stesso non ne disconoscono la paternità

nascita dopo i 300 giorni

ciascuno dei coniugi o i loro eredi possono provare che il figlio nato dopo 300 giorni dall'annullamento, dallo scioglimento o dalla cessazione degli effetti civili del matrimonio, è stato concepito durante il matrimonio

Nel primo caso, quindi, si presume che figlio sia legittimo, ma è possibile provare il contrario attraverso l'azione di disconoscimento della paternità, azione sottoposta ad una disciplina meno rigorosa rispetto a quella ordinaria di cui all'articolo 235 del codice civile;

Nel secondo caso, invece, si presume il contrario, si presume cioè che il figlio non sia legittimo ma si può fare accertare la legittimità.

Prova della filiazione legittima

La filiazione legittima può essere provata, sostanzialmente, in due modi

1. Con l'atto di nascita iscritte nei registri dello stato civile (art. 236 c.c.)

2. Con il possesso continuativo dello stato di figlio legittimo se manca l'atto di nascita (art. 237 c.c.)

In quest'ultimo caso il possesso di stato scaturisce dalla necessaria dimostrazione dimostrazione di tre elementi

  1. Nomen aver sempre portato il cognome del padre;
  2. Tractatus  essere sempre stato trattato e ritenuto dal padre come un figlio;
  3. Fama essere sempre stato considerato nei rapporti sociali e della famiglia come figlio.

Ma come si fa ad accertare che il figlio nato non è, in realtà, legittimo?
Il codice civile permette di agire con le azioni di stato legittimo, che sono le azioni giudiziali dirette ad ottenere il riconoscimento o il disconoscimento dello stato di figlio legittimo.
Vediamole cliccando qui sotto.

 
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