Gli elementi accidentali nel testamento

Anche al testamento, come accade per gli altri negozi giuridici, si possono apporre la condizione il termine e il modo con particolari regole dovute alla natura dell'atto; cominciamo dalla condizione.

condizione sospensiva
 o risolutiva

è possibile apporre tali condizioni, sia all'intero testamento sia a singole disposizioni ( art. 633 c.c.).
È ammessa anche la condizione sospensiva potestativa; in tal caso l'acquisto della qualità di erede o del legato dipendono dalla volontà di questi ultimi. Tuttavia non si potrà aspettare all'infinito che tali soggetti facciano avverare, o meno, la condizione, e se il testatore non ha dato loro un termine, gli interessati potranno rivolgersi al giudice affinché fissi loro detto termine (art. 645 c.c.)

condizioni illecite
 o impossibili

si considerano come non apposte ( vitiatur sed non vitiat) a meno che non siano state l'unico motivo che hanno spinto il testatore a disporre; in tal caso sarà nulla l'intera disposizione testamentaria ( art. 634 c.c.).
Caso specifico di condizione illecita è quello previsto dall'art. 636. Secondo questo articolo è illecita la condizione che impedisce le prime o le nuove nozze, anche se si riconosce validità a questa condizione per il legatario di  usufrutto o di uso, di abitazione o di pensione, o di altra prestazione periodica

condizioni di reciprocità

è il caso in cui ci si accordi con un altra persona per avvantaggiarla nel proprio testamento a condizione che si sia avvantaggiati nel testamento del beneficiario (condizione captatoria). Se è apposta la condizione, sarà nulla la relativa disposizione ( art. 635 c.c.) 

È quindi possibile apporre condizioni al testamento con i limiti che abbiamo visto in tabella, ma cosa accade se le condizioni si avverano? E cosa accade nel periodo di pendenza?Cominciamo dall'ipotesi di avveramento della condizione;

Secondo l'art. 646 c.c. l'adempimento della condizione ha efficacia retroattiva, (e questo è normale), ma se la condizione è risolutiva se è pur vero che il beneficiario della disposizione sarà tenuto a restituire quanto ha ricevuto, sarà anche vero che dovrà restituire i frutti dal giorno in cui si è verificata la condizione e non dal giorno in cui li ha percepiti; in tal modo si è limitata la retroattività della condizione.

Durante il periodo di pendenza bisogna distinguere tra condizione sospensiva e risolutiva.

pendenza della condizione risolutiva

l'autorità giudiziaria può imporre all’erede o al legatario di prestare idonea garanzia a favore di coloro ai quali l’eredità o il legato dovrebbe devolversi nel caso che la condizione si avverasse ( art. 639 c.c.)

Non è specificato che cosa s'intende per "idonea garanzia", ma è chiaro che questa è lasciata alla discrezionalità del magistrato in relazione alle circostanze e all'uso che viene fatto del bene sottoposto a condizione.

pendenza della condizione sospensiva

nel caso di legato,  l’onerato può essere costretto a dare idonea garanzia  al legatario, salvo che il testatore abbia diversamente disposto ( art. 640 c.c.)
nel caso di erede istituito sotto condizione sospensiva finché questa condizione non si verifica o non è certo che non si può più verificare, è dato all’eredità un amministratore ( art. 641 c.c.)

L'amministratore può essere nominato anche quando non si sia prestata la garanzia in tutti casi indicati nella tabella o quando si sia indicato come erede un non concepito di una persona vivente (art. 643 c.c.).

Passiamo, ora, al termine.

termine

nella disposizione a titolo universale il termine si considera non apposto, sia esso finale (perché non è consentito che sia abbiano eredi a termine, semel heres semper heres) o iniziale  perché interromperebbe la continuità della titolarità  art. 637 c.c.)
è possibile il legato a termine

Concludiamo parlando del modo o onere.

Come sappiamo questo è un peso imposto dall'autore di un atto liberalità sul beneficiario dell'atto stesso e consiste, in questo caso, in una prestazione di fare o di non fare posta a carico dell'erede o del legatario che limita il valore della disposizione testamentaria.

Anche il modo può essere illecito o impossibile e si considera non apposto; se, tuttavia, è stato il solo motivo che ha spinto il testatore a disporre, rende nulla l'intera disposizione testamentaria ( art. 647 c.c.).

L'inadempimento del modo può spingere qualsiasi interessato ad agire per costringere l'onerato ad adempiere. L'autorità giudiziaria  può giungere anche alla risoluzione della disposizione testamentaria se questa è stata prevista dal testatore, o se l’adempimento dell’onere ha costituito il solo motivo determinante della disposizione ( art. 648 c.c.).

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