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ripetizione dell'indebito
Nella nozione ci siamo occupati dell'indebito in
generale, ma in realtà è necessario distinguere due situazioni in cui si sia
eseguita questa prestazione non dovuta, vediamole:
Come si vede nell'indebito oggettivo vi è una vera e
propria inesistenza del debito, mentre nell'indebito soggettivo si pone più
l'accento sull'errore in cui è caduto chi ha eseguito il pagamento. In
merito all'indebito oggettivo si ritiene, però, che possa rientrare
nell'ipotesi dell'art. 2033 anche il caso di chi paghi il proprio debito a
chi non ha diritto al pagamento.
Qui il debitore paga un suo debito esistente a un'altra persona, mentre nel
tipico indebito soggettivo il solvens paga un debito altrui ritenendo essere
lui il debitore in base a un errore scusabile. In definitiva
anche nell'indebito soggettivo il debito era inesistente, ma solo per il
solvens, mentre esisteva per un altro debitore. Fissate queste differenze,
vediamo le conseguenze del diverso tipo di indebito.
In primo luogo osserviamo che chi ha ricevuto il pagamento sarà
tenuto a restituire quanto ha avuto, ma in modo diverso nei due tipi di
indebito:
Nell'indebito soggettivo vi sarà quindi da
considerare anche la posizione del creditore che in buona fede può aver
ricevuto il pagamento. Che cosa
accade allora quando il solvens non può ripetere il pagamento fatto al
creditore altrui? Bisogna considerare che esiste una terza persona
che ha tratto vantaggio da questa situazione, e cioè il vero debitore che
non ha eseguito alcun pagamento e si troverebbe con il debito estinto.
Non essendo giuridicamente accettabile tale situazione, opportunamente
l'art. 2036 c.c. comma 3 dispone che quando la ripetizione non è ammessa,
colui che ha pagato subentra nei diritti del creditore. Se il solvens ha
adempiuto non versando una somma di denaro, ma un altro bene, potrà comunque
ripetere quanto ha dato, ma secondo l'art. 2040 c.c. anche lui sarà
obbligato nei confronti del presunto creditore a rimborsargli le spese e i
miglioramenti eventualmente effettuati secondo le regole del possesso (artt.
1149 - 1152 c.c.).
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