Qui tutti i lavori giuridici di Claudio Mellone
ingiustificato arricchimento
Questa situazione, si potrà osservare, è normale nella vita di tutti i
giorni; se ho subito un danno e ricevo il relativo risarcimento, è chiaro
che il mio patrimonio aumenterà a danno del patrimonio del debitore, ma in
questa e in altre ipotesi simili c'è un motivo che ha provocato lo
spostamento patrimoniale, una causa, una giusta causa, nel senso che è
prevista dall'ordinamento giuridico come ragione dello spostamento
patrimoniale, derivi esso da fatto lecito o illecito.
Il problema sorge quando vi sia quest’arricchimento senza una valida
giustificazione giuridica che lo sorregga. Pensiamo, ad esempio all'ipotesi
in cui per errore si esegua la semina su un terreno agricolo altrui
credendolo proprio, ma le ipotesi possono essere le più svariate, perché il
legislatore ha voluto con questa norma proprio considerare tutti i casi in
cui vi sia stato un arricchimento senza causa.
Mancando la giustificazione dello spostamento patrimoniale sorge (come nel
pagamento dell'indebito) il diritto ad agire per la restituzione, ma a quali
condizioni? Vediamole:
Ciò stabilito, chiediamoci a che cosa avrà diritto chi riesce a portare a
termine con successo l'azione.
Secondo l'art. 2041 c.c. a lui spetterà un'indennità per la perdita subita.
Questa è calcolata tenendo conto dei valori di mercato dell'arricchimento e
dell'impoverimento e procedendo alla liquidazione della minore somma tra
queste due entità. Se, invece, l'arricchimento ha per oggetto una cosa
determinata, sorgerà, invece, l'obbligo della restituzione, sempre che sia
ancora esistente al tempo della domanda.
Chiudiamo l'argomento osservando che questa azione è esperibile sempre in
seguito ad attività lecita, è ciò lo capiamo anche dal fatto che si prevede
una indennità e non un risarcimento; osserviamo, ancora, che nonostante si
parli di "danno" nella sua liquidazione indennitaria non deve essere
calcolato il lucro cessante.
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