La teoria della causalità adeguata
Questa teoria cerca di fornire una risposta al
problema del rapporto di causalità, non in maniera strettamente fisica,
come quella della conditio sine qua non, ma anche giuridica.
Questa fu enunciata per la prima volta da un
fisiologo von Kries nel 1889.
In primo luogo per esserci responsabilità è
necessario che l’uomo abbia posto in essere una causa dell’evento, ma la
sua condotta deve essere adeguata a realizzare quel determinato evento,
e una tale condotta è adeguata quando è in generale idonea a determinare
quell’effetto.
In altre parole deve essere probabile che con quella
condotta si determini quell’evento.
Sono quindi esclusi dal rapporto di causalità quegli
effetti che al momento in cui fu tenuta la condotta si presentavano come
improbabili, cioè gli effetti straordinari o atipici di quella condotta.
Questa teoria è quella più seguita dalla
giurisprudenza, ma non risolve tutti i problemi.
Il problema principale di questa teoria sta
nell’escludere a priori tutti gli eventi eccezionali, facendo così venir
meno il rapporto di causalità in tutti i casi, anche in quelli in cui il
soggetto agente li aveva previsti e provocati. Questa teoria ha quindi
il difetto opposto della conditio sine qua non, quest’ultima estende
troppo la responsabilità penale, la causalità adeguata la restringe
troppo. |