La teoria dell’imputazione oggettiva 

Video, introduzione alla lezione 2 

 

Si basa fondamentalmente su due presupposti:

1. Per aversi responsabilità penale è sempre necessario il nesso di causalità secondo la teoria della conditio sine qua non;

2. Oltre al nesso di causalità, è necessario che l’autore con la sua condotta abbia creato o accresciuto il rischio giuridicamente riprovato di una lesione di beni conforme a quella descritta in una fattispecie incriminatrice; pericolo che si è poi concretizzato nello specifico evento lesivo di cui si discute.

Se manca una sola di queste due condizioni non si avrà la responsabilità penale.

Questa teoria troverebbe cittadinanza anche nel nostro ordinamento dove esiste, a differenza di quello tedesco, un articolo circa il nesso di causalità, proprio a causa delle ambiguità della disciplina degli articoli 41 e 42.

Non si nega la necessità del nesso causale, ma questo da solo non basta per affermare la responsabilità, che dev'essere integrata anche da altri fattori non causali.

 

Quali di queste teorie deve essere accettata? Non sta a noi dirlo, certo tutte colgono un aspetto di verità, ma solo il lavoro della giurisprudenza può dare una risposta concreta al problema, magari risposta non infallibile, ma utile nel caso concreto. La giurisprudenza in genere accetta la teoria della causalità adeguata, anche se a volte con degli slittamenti nella conditio sine qua non, e per quanto riguarda il concorso di cause sopravvenute, che interrompono il rapporto di causalità, parla di preponderanza causale, quasi che la causa sopravvenuta assorbisse l’evento, rendendo irrilevanti le altre.