1 Domande lavoro
1.
Prima di iniziare una causa per questioni di lavoro è obbligatorio il
tentativo di conciliazione innanzi alle commissioni di conciliazione?- 1. Sì, è obbligatorio solo se però la parte chiede che venga fatto in sede sindacale. 2. Sì, il tentativo è obbligatorio secondo le regole previste la mediazione civile; 3. No, tale tentativo non è obbligatorio ma facoltativo;
2.
E’
corretto dire che il tribunale quando giudica in veste di giudice del
lavoro è un giudice speciale? 1. No, non è un giudice speciale, e nemmeno una sezione specializzata; 2. No, non è un giudice speciale, ma fa parte di una sezione specializzata visto che usa un rito particolare; 3. Sì, è un giudice speciale e questo sia perché giudica in composizione monocratica, sia perché adotta un rito diverso da quello ordinario.
3.
Se una domestica ha delle rivendicazioni da fare nei confronti della
famiglia dove lavora, dovrà rivolgersi al tribunale in veste di giudice
del lavoro? 1. No, perché la famiglia presso cui lavorava domestica non è un'impresa, mentre è vero che se si è scelto un rito così particolare per le cause di lavoro, si è certamente fatto riferimento ai rapporti di lavoro più diffusi e impegnativi, e cioè quelli relativi alle imprese; 2. Sì, visto che la legge non si limita ai rapporti di lavoro dipendente derivanti dall'esercizio di impresa; 3. Sì, dovrà rivolgersi innanzi al tribunale in veste di giudice del lavoro, ma la domanda sarà proposta con citazione e non con ricorso.
4.
I dipendenti pubblici che hanno problemi riguardo al loro rapporto di
lavoro dovranno rivolgersi al tribunale, oppure al giudice
amministrativo? 1. Per la maggior parte dei casi, dovranno rivolgersi al tribunale, ma vi sono ancora particolari dipendenti pubblici che vedono i loro rapporti di lavoro attribuiti alla giurisdizione del giudice amministrativo, come ad esempio i prefetti; 2. La riforma ha attribuito al tribunale tutte le cause aventi a oggetto rapporti di lavoro, senza più distinguere tra rapporti di lavoro privato e rapporti di lavoro pubblico, quindi la giurisdizione spetterà sempre al tribunale; 3. I dipendenti pubblici dovranno rivolgersi per il giudizio sui loro rapporti di lavoro con gli enti di appartenenza, al tribunale amministrativo regionale, proprio perché si tratta di situazioni che si riferiscono a un particolare provvedimento amministrativo, cioè quello che li ha incardinati nella pubblica amministrazione.
5.
Quando una collaborazione tra lavoratore autonomo e altro soggetto si
intende coordinata? 1. Quando il lavoratore autonomo svolge la sua attività seguendo le direttive dell’altro soggetto con cui collabora; 2. Quando, nel rispetto delle modalità di coordinamento stabilite di comune accordo dalle parti, il collaboratore organizza autonomamente l’attività’ lavorativa. 3. Quando il lavoratore autonomo lavora insieme ai dipendenti dell’imprenditore.
6.
Come si propone la domanda nel rito del lavoro? 1. Con istanza presentata al presidente del tribunale. 2. Con citazione; 3. Con ricorso;
7.
Nel rito del lavoro la competenza per territorio come è stabilita? 1. Il rito del lavoro ha delle sue regole particolari per stabilire chi sia il foro competente per territorio; 2. La competenza per territorio nel rito del lavoro non è diversa da quella prevista in generale degli articoli 18 e 19 del codice di procedura civile, solo che trattandosi normalmente di una società, l'articolo che troverà più applicazione sarà l'articolo 19; 3. Il rito del lavoro ha delle sue regole particolari in merito alla competenza per territorio, nel senso che questa è stabilita inderogabilmente nel luogo dove risiede il lavoratore.
8.Che
cosa è un foro successivamente concorrente? 2. È un'ipotesi particolare che riguarda anche il rito del lavoro, nel senso che le parti potranno scegliere un foro diverso da quello previsto dalla legge quando il rapporto di lavoro riguardi imprese che operano fra di loro in regime di concorrenza, e per i casi di storno dei dipendenti; 3. È un'ipotesi particolare che riguarda anche il rito del lavoro, nel senso che si dovrà ricorrere a tale foro successivamente concorrente, solo quando non sia stato possibile scegliere fra i fori alternativi previsti dalla legge;
9.
Possiamo dire che il contenuto del ricorso proposto dall'attore –
ricorrente è praticamente identico al contenuto della citazione nel rito
ordinario? 2. No, e ciò per diversi motivi, il primo riguarda la mancanza della vocatio in ius, il secondo riguarda il fatto che nel ricorso il ricorrente deve dire tutto, compresa l'indicazione dei mezzi di prova a pena di decadenza, oltre a indicare anche il provvedimento che si intende ottenere dal giudice; 3. Sì, si tratta di atti completamente diversi, sia perché nel ricorso manca la vocatio in ius, sia perché la causa petendi è stabilita dal giudice in udienza.
1. Almeno 10 giorni prima della data di udienza fissata dall'attore; 2. Almeno 10 giorni prima della data di udienza fissata dal giudice; 3. Almeno 20 giorni prima della data dell'udienza fissata dal giudice |